BARRACUDA

Biologia
I barracuda presenti in Mar Rosso appartengono principalmente a tre specie differenti; la più facile da riconoscere è indubbiamente Sphyraena flavicauda, riconoscibile dalla colorazione tendenzialmente giallastra e dalle ridotte dimensioni (raramente raggiungono i 50 cm di lunghezza). Vi sono poi i barracuda dalla pinna nera (Sphyraena qenie) e il grande barracuda o barracuda solitario (Sphyraena barracuda) che potrebbero sembrare simili a prima vista, ma riconoscibili dalle circa 20 bande verticali che coprono il corpo di Sphyraena qenie, che ha anche il bordo della pinna caudale nero, mentre nei Sphyraena barracuda le macchie scure sono a forma di "punta di freccia" e i lobi della pinne caudale sono bianchi anzichè neri.

Profondità
A prescindere dalla specie in esame, i barracuda sono ottimi predatori che concentrano la maggior parte della loro vita e delle attività nei primi metri d'acqua, dove la colorazione argentata gli permette di confondere la propria sagoma tra i riflessi del sole e mescolarsi tra i flussi delle onde.Da studi e statistiche di pesca si nota che mediamente i barracuda possono essere osservati dai primi 3-5 metri fino a un massimo di 90 – 100 metri di profondità, anche se  Sphyraena flavicauda raramente è stata individuata oltre i 70 metri di profondità.Le principali differenziazioni batimetriche si osservano nel passaggio dalla fase giovanile a quella adulta; infatti da giovani vengono spesso osservati all'interno di lagune, tra le radici dei mangrovieti o nelle parti alte e riparate dei reef quindi poco sotto la superficie mentre raggiungendo la fase adulta diventano frequentatori del pendio del reef arrivando a distribuirsi tendenzialmente entro i primi 100 metri di profondità.

Curiosità
Una curiosità attuale e tutta mediterranea è legata ai frequenti avvistamenti di barracuda nel Mare Nostrum: bisogna ricordare che da sempre il Mar Mediterraneo è popolato da due specie di barracuda, Sphyraena viridensis e Sphyraena sphyraena, che sempre più spesso si osservano grazie al riscaldamento del nostro mare e alla sua "meridionalizzazione". E' altresì vero che nel bacino orientale del Mediterraneo sono stati osservati anche esemplari di Sphyraena qenie e Sphyraena barracuda, passati in Mediterraneo attraverso il canale di Suez; comunque non in grado di generare competizione con i nostri barracuda o con predatori affini quali ad esempio il Branzino.

Avvicinamento e Osservazione
Potentissimi e rapidissimi, è impensabile l'idea di avvicinarli o peggio ancora di rincorrerli. Il modo migliore per poterli osservare è collocarsi in prossimità delle punte dei reef, dove il gioco di correnti li porta nei punti di maggior fermento. I grossi banchi saranno composti tipicamente da barracuda dalla pinna nera, e se volete osservarli più attivi vi toccherà aspettare ile ore del tramonto. Il barracuda solitario ha invece abitudini diverse, è più curioso e capita spesso di incontrarlo di fronte a noi mentre ci osserva mostrando la sua enorme sagoma. Lo stesso vale per gli incontri notturni, infatti la stessa curiosità la manifesta anche di notte.

Storie e Leggende
Anche in questo caso sono le notevoli dimensioni e l'impressionante dentatura del pesce a far nascere leggende e racconti dell'orrore, stiamo parlando soprattutto di Sphyraena barracuda che con i suoi quasi 2 metri di lunghezza è, suo malgrado, troppo spesso protagonista degli incubi di subacquei e snorkelisti. Sappiamo per certo che il barracuda è particolarmente attratto da tutti gli oggetti cromati che generano riflessi. Purtroppo non sono leggende i numerosi tentativi di attacco da parte dei barracuda ad alcuni snorkelisti che, ignari si sono immersi tenendo al collo catenine troppo luccicanti.  Molto più "eco-friendly" pensare che nonostante le sue dimensioni, la dentatura e la sua intraprendenza, il possente Sphyraena barracuda è diventato mascotte di innumerevoli siti d'immersione nei quali è stanziale. Inconsapevole protagonista nonchè modello pluri fotografato.

Fotografare
Fotografare correttamente un branco di barracuda è sicuramente un ottimo esercizio in quanto ci si scontrerà con una serie di problematiche tecniche non indifferenti legate principalmente al corretto uso della luce. Il primo problema è dato dal colore argentato della livrea che tende, una volta colpito dalla luce del flash a riflettere inesorabilmente creando una macchia sparata di luce. Ovviamente il problema sussiste il momento in cui l'immagine viene realizzata a poca distanza dal soggetto e quindi il colpo di flash sarà abbastanza potente per colpire i pesci. Il tutto complicato dal fatto che i barracuda nuotano perlopiù in grossi branchi e quindi difficilmente controllabile la loro posizione. Fatta questa premessa possiamo tranquillamente affermare che per realizzare una buona immagine di barracuda, questi dovranno essere fotografati in branco facendo molta attenzione che il gruppo di pesci, prima dello scatto formi una massa omogenea e armoniosa. Capita molto spesso che i pesci cambino direzione e il gruppo che fino a pochi secondi prima era ordinato, assume forme disordinate e poco lineari. L'obiettivo ideale è sempre un grandangolo che permetta di riprendere tutto il branco lasciando un po' di spazio anche all'ambiente circostante o ancora meglio al blu del mare possibilmente con un bel controluce. In sintesi se si fotografa con una digitale con flash incorporato, difficilmente potrà essere utilizzato il colpo di flash della macchina, a quel punto molto meglio dedicarsi alla composizione dell'immagine sfruttando il controluce, in questo modo si eviterà di illuminare il plancton presente nell'acqua. Se invece disponete di una macchina in custodia con flash a parte, come dicevamo  l'obiettivo migliore è sempre un grandangolo anche spinto. Se il branco si trova, come spesso accade a mezz'acqua potrete avvicinarvi con molta delicatezza verso il gruppo di pesci iniziando a scattare e facendo molta attenzione ad usare il flash come fonte di schiarita. Per fare ciò sarà importante tenere il flash laterale per evitare il riflesso sulla livrea e sempre dietro rispetto alla posizione della custodia. La vostra posizione dovrà essere frontale rispetto a quella dei dei pesci e mai troppo sotto se no rischiate di riprendere solo strisce scure senza forma.

Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)

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