SCORFANO e PIETRA

Biologia
Pesci scorfano e pesci pietra appartengono alla ricca famiglia degli Scorpaenidae; una famiglia ben più complessa in quanto composta da dieci sottofamiglie. Oggi ci concentreremo su quegli esemplari che fanno del mimetismo il loro punto di forza ovvero: l'abilissimo Pesce Pietra e i Pesci Scorpione o scorfani tropicali.

Profondità
La loro distribuzione è collegata alla strategia predatoria, e quindi alla zona di maggiore abbondanza delle ipotetiche prede, motivo per cui generalmente li possiamo incontrare fino a circa 40-50 metri di profondità, dove la parte più frenetica e brulicante del reef porta tanto pesce a nuotare davanti alla bocca di questi fenomenali "cacciatori all'aspetto".

Curiosità
La prima curiosità e che non si tratta di pesci velenosi, bensì pesci veleniferi, in quanto tutti gli scorpenidi non contengono veleno intriso nei loro tessuti ma in ghiandole velenifere collegate ai primi raggi della pinna dorsale e a spine poste verso la fine degli opercoli branchiali. Questa differenza si nota maggiormente nello Scorfano Mediterraneo, che se fosse velenoso sarebbe assolutamente incommestibile invece, in qualità di pesce velenifero (purtroppo per lui) è famoso per essere commestibile e anche prelibato.
Il veleno di questi pesci viene usato esclusivamente come "arma di difesa passiva": infatti i pesci fanno di tutto per mimetizzarsi agli occhi delle prede, ma anche agli occhi di ipotetici predatori.
Un predatore che dovesse scovare un pesce pietra, lo potrebbe aggredire solo dall'alto, ecco perchè gli scorpenidi più che sulla rapidità nella fuga hanno puntato sull'evoluzione dei raggi veleniferi, che infilandosi in bocca prima del resto del corpo provocano una reazione dolorissima nel predatore, che a sua volta sarà costretto a sputare via la preda.
Il pesce pietra in particolare è  pericoloso anche per i subacquei in quanto secerne un veleno lattiginoso che contiene una miscela di tossine composte da diverse sostanze ad azione neurotossica, miotossica, cardiotossica, e citotossica. Se non curata la puntura può essere letale. Il suo veleno è termolabile e quindi, in caso di puntura, è consigliabile immergere la parte colpita in acqua molto calda in attesa dell’arrivo del medico che somministri l’antidoto.
Ricordatevi sempre che "a volte vince la preda, a volte vince il predatore"... è così che l'evoluzione della specie procede il suo cammino.


Avvicinamento e Osservazione
Il corpo del pesce pietra è completamente ricoperto di escrescenze carnose e callose e altre simili a piccole alghe, dando a questa specie l'aspetto di una roccia incrostata di alghe e coralli. La livrea varia dal rosso rosa al bruno scuro, talvolta anche al bluastro.
Posto quindi che nessun pesce pietra o pesce scorpione verranno mai a darvi delle schienate per aggredirvi, dobbiamo aguzzare bene la vista prima di avvicinarci al soggetto. In primis dovremo avere l'abilità e la fortuna di riuscire a individuarli. Da bravi animali quali siamo, anche noi cerceheremo di individuare per prima cosa  gli occhi; una volta individuati, osserveremo la bocca e finalmente riconosceremo la sagoma meravigliosa di questi grandi mimetizzatori.

Fotografare
Ben strano questo essere "dai tratti bitorzoluti" che si trova mimetizzato nel fondale marino, e quindi abbastanza difficile da scovare. Non è semplice imbattersi in un pesce così abile come lo scorfano o il pesce pietra, ci vorrà molto "occhio" per scovare il soggetto e una volta individuato, con molta probabilità sarà incastonato tra qualche blocco di madrepora e difficilmente raggiungibile. Ho sempre cercato di consigliarvi a fotografare utilizzando ottiche grandangolari che valorizzassero al massimo il soggetto ma soprattutto l'ambiente circostante, in questo caso l'uso di obiettivi macro o comunque di riprese più ravvicinate, vi permetterà di ottenere certamente risultati migliori. La bellezza di questi pesci sta soprattutto nei loro dettagli più che nella loro sagoma. I colori della livrea, il particolare degli occhi o della bocca, le pinne pettorali e molti altri dettagli fanno di questi esemplari degli straordinari soggetti fotografici. Trattandosi di animali che se non vengono disturbati rimangono ancorati al terreno, sarà un vantaggio per il fotografo che non dovrà continuare a muoversi ma allo stesso tempo anche un limite per il fatto che avrete poco spazio di movimento. Naturalmente il primo consiglio è quello di non sdaiarsi sul pianoro rischiando di distruggere tutto quello che avete intorno ma dovrete fare molta attenzione; una volta trovata la posizione potrete iniziare a concentrarvi sulle migliori inquadrature facendo qualche prova di esposizione. La livrea di questi pesci può indifferentemente assorbire o riflettere la luce pertanto è importante fare tutte le verifiche del caso prima di iniziare a scattare. Semmai dovessero esserci le condizioni per usare anche l'obiettivo grandangolare, non sottovalutate questa possibilità che vi permetterà di ottenere ottimi risultati. Ne caso di riprese ravvicinate sarà fondamentale direzionare il vostro o i vostri flash in modo che il fascio di luce sia concentrato sullo spazio inquadrato. Fate sempre attenzione a calibrare bene la potenza del fascio luminoso e a distribuirla in modo omogeneo così da non avere ombre predominanti.

Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)

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