Editoriale

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A volte le barche regalano emozioni che non hanno paragoni con nulla al mondo. Quando ci si trova a navigare e si osserva il mare attorno, si ha la sensazione di essere i padroni del mondo, di non avere bisogno di nulla e il pensiero è orientato solamente a quello scafo che taglia le onde come una lama affilata. Ma le barche, per chi ci lavora, sono un impegno non indifferente e pieno di sorprese. Ogni barca ha la sua storia e quella della bellissima Sherazade, è una storia già fin troppo lunga nonostante non sia in realtà neanche iniziata. Sherazade è stata progettata per essere “la più bella del reame” per fendere le onde sudanesi e navigare come solo una barca della sua stazza sa fare in questo mare da sogno. Oggi Sherarzade si trova, suo malgrado, ancora ormeggiata a Port Said, luogo dove è stata costruita. A dirla tutta, lei sarebbe anche pronta a partire, anzi, non vede l’ora di cominciare a fare quello per cui è stata progettata e costruita ma, il paradosso vuole che Sherazade sia bloccata senza avere nessuna possibilità di mollare quella “maledetta banchina” per raggiungere il mare sudanese. A metà gennaio Sherazade era pronta e addobbata a puntiglio per affrontare la grande avventura, ma disgrazia vuole che proprio in quei giorni, è affondato un vecchio e malconcio traghetto egiziano proveniente dalle coste dell’Arabia Saudita. Cosa centri la storia del traghetto con Sherazade, in teoria nulla, in pratica, quella disgrazia è la vera causa dei suoi ritardi dato che dopo l’incidente, è stato deciso di aumentare le norme di sicurezza che regolano tutte le imbarcazioni che navigano in Mar Rosso, senza fare nessuna distinzione tra navi passeggeri e piccole imbarcazioni da turismo. A questo punto tutte le imbarcazioni che in questo periodo erano state appena varate, sono state bloccate in attesa di ulteriori certificazioni. Queste sono state effettuate e sono in attesa di essere vidimate dalla sede centrale francese della Bureau Veritas. Stiamo ancora attendendo che un responsabile dell’assicurazione torni a Port Said per l’ennesima verifica. Ad oggi siamo riusciti a riproteggere tutti i nostri ospiti su altre imbarcazioni nella speranza che in questi giorni arrivi finalmente la notizia tanto attesa. Su questo numero del Gazzettino descriviamo l’immersione di Abu Galawa a Yanbu in Arabia Saudita, la breve storia del Domiat, una nave della marina egiziana affondata a nord di Hurghada dopo essere stata bombardata il 1° novembre del 1957 dopo uno scontro a fuoco con l’incrociatore britannico Newfoundland. E poi ancora presentiamo il portaolio di Andrea Ghiotti, un personaggio che non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Per quanto riguarda i nostri progetti futuri, possiamo solo dire che stiamo lavorando intensamente su nuove destinazioni che quanto prima presenteremo in anteprima sulle pagine del Gazzettino.


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Immersioni Abu Galawa sud

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L’immersione di Abu Galawa, si trova nel comprensorio dei Seven Reef a Yanbu in Arabia Saudita. Questo spettacolare pianoro offre, a chi vi s’immerge, la vera conoscenza del Mar Rosso di un tempo. Quello tutto ancora da scoprire. leggi articolo


Navi Sommerse Domiat

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Il Domiat era una fregata di proprietà della marina egiziana, affondata nella zona nord di Hurghada durante uno scontro a fuoco nella notte del 1 novembre 1957 dall’incrociatore britannico Newfoundland. Il relitto non è mai stato rinvenuto ma la sua storia viene gelosamente custodita nelle profondità di questo mare. leggi articolo

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Segnalibro Mar d'Africa

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Definito da alcuni critici uno dei più bei libri di viaggio dell'Ottocento, è anche un manifesto contro lo sfruttamento della natura, la corruzione delle popolazioni primitive e l'insensibilità del mondo civilizzato per tutto quanto "è diverso" dai suoi schemi. leggi articolo


Reportage Numidia bella ma infida

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Inclinato di 45°, con la prua piantata nel reef e la poppa appoggiata sul fondo a 80 metri di profondità, lo scafo va visitato con cautela perché si rischia di ritrovarsi a quote proibitive senza accorgersene. La vita bentonica che vi è cresciuta sopra è rigogliosissima e gli scorci suggestivi sono tantissimi. Nelle stive ci sono ancora una locomotiva e vagoni carichi di binari che da Liverpool dovevano essere trasportati in India. Invece il piroscafo finì contro la punta nord est del Grande Fratello e a nulla valsero i disperati tentativi di salvarlo. leggi articolo

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