GOOD NEWS FROM SAUDI ARABIA12 ottobre 2010, “oggi siamo tutti più speranzosi e ottimisti”, è questo il messaggio che ci è pervenuto questa mattina dall’Arabia Saudita. Potrebbe significare poco come potrebbe essere la svolta definitiva. Non vogliamo diventare improvvisamente ottimisti ma queste poche parole ricevute via sms, potrebbero essere finalmente la soluzione alla questione Saudita. Rimaniamo con i piedi per terra ma finalmente iniziamo a vedere un bagliore. FOLLIE SUDANESIPer la prima volta dopo sette anni e sette estati trascorse in Arabia Saudita quest'anno, per i motivi che tutti conoscete, ci siamo ritrovati a dover inventare in fretta e furia una soluzione alternativa all'Arabia. Quando a luglio abbiamo avuto la certezza assoluta che con l'Arabia non ci sarebbe stato più nulla da fare ci siamo guardati in faccia e in quel momento improvvisamente il Mar Rosso si è ristretto a tal punto che ci sembrava che non esistesse nessuna soluzione se non il vecchio e sempre caro Egitto. Eppure fino a ieri questo mare ci offriva sempre nuove idee, nuove prospettive future, nuovi itinerari da scoprire ma come è possibile che da un giorno all'altro si fosse formata una nebbia totale intorno a noi? La verità è che l'Arabia in questi anni ha assorbito le nostre energie a tal punto da avere concentrato gran parte delle attenzioni verso di lei. Il momento è stato veramente difficile dato che oltre a trovare una soluzione per gli oltre cento ospiti che avevano già confermato in Arabia, bisognava che tutti accettassero le nostre proposte sperando in risposte immediate per poi iniziare cercare voli aerei, alberghi e tutte quello che era necessario per garantire una riprotezione all'altezza della situazione. A quel punto dovevamo pensare anche alle due barche che in fretta e furia erano partite dall'Arabia senza sapere bene quale rotta prendere. La prima decisione è stata quella di mandare in Egitto il Suzanna e proporre come prima soluzione il mare egiziano mentre per tutti quelli che avevano scelto l'Arabia in quanto in Egitto erano già stati più volte la proposta si faceva un po' più impegnativa. A parte il mare egiziano non ci rimaneva altro che il Sudan ma ci sarà pur stato un motivo se in Sudan nessuna barca opera nel periodo estivo. Questo è stato il grande dilemma che ci ha accompagnato per qualche giorno fino a quando, grazie alla straordinaria collaborazione di tutta quella banda di matti che hanno accettato la nostra folle proposta abbiamo deciso di avventurarci nel mare sudanese. Come se non bastasse poi la prima crociera era di quindici giorni, a quel punto se dovevamo fare una pazzia tanto valeva farla fino in fondo e quindi la decisione di scendere a visitare anche quei “misteriosi e impenetrabili” reef del sud di cui poco si parla e poco si conosce. Le incognite erano troppe a partire dal clima eccessivo che si trova in Sudan nei periodi estivi, poi il rischio di trovare poca visibilità legata alle temperature dell'acqua e al mancato raffreddamento che questa stagione si è verificato in tutto il Mar Rosso con relativa mancanza di pesce pelagico. Da una parte l'incoscienza e dall'altra la voglia legata alla necessità, di navigare ancora una volta controcorrente ci hanno spinto verso questa meta. Come d'incanto il Mar Rosso ha ripreso la sua forma regalandoci ancora una volta l'emozione dell'avventura. Il mare sudanese ci ha offerto il suo lato migliore, ci siamo immersi in un mondo fantastico nel quale nulla ci è stato precluso. Abbiamo navigato solitari e per tutto il periodo ci siamo sentiti dei veri privilegiati che avevano la fortuna di poter decidere di giorno in giorno dove immergersi. Abbiamo visitato in assoluta libertà i siti del nord e poi ci siamo spinti a conoscere le immersioni del sud. E' vero il caldo è sempre stato il nostro inseparabile compagno di questo viaggio ma il mare ci ha regalato quello che nessuno di noi si immaginava prima di partire. Alcuni ragazzi dell'equipaggio per ovvi motivi dopo qualche giorno hanno dovuto rinunciare al Ramadan mentre altri hanno resistito imperterriti. Oggi seduto sull'aereo che mi riporta a casa ripenso a questo viaggio fantastico, ripenso alle mille paure e perplessità iniziali ma soprattutto penso alle persone che ancora una volta si sono affidate a noi senza ostacolarci in nessun momento e ripenso ai ragazzi dell'equipaggio che sono stati encomiabili per come hanno lavorato e per quanto hanno sofferto quel clima al limite della sopportazione. Oggi il Mar Rosso a differenza di qualche mese fa ha ripreso la sua sagoma originale e ci ha confermato di essere in grandissima forma. Un grazie sincero a chi ci ha assecondato e ha permesso anche a noi di divertirci come non capitava da molto tempo. Questo Mese sul GazzettinoRitorniamo nel sud del Mar Rosso Egiziano per descrivere l’immersione di sha’ab Farag che non è tra le immersioni top di Saint John ma rientra nella fascia di quelle immersioni che vengono effettuate con una certa regolarità. Il Diario di Bordo scritto da Emilio Mancuso con splendide immagini di Luigi Bacco, racconta l’ultima edizione del Whale Shark Expedition 2010 a Gibuti, che verrà ripetuta nelle stesse date anche quest’anno. Un vecchio ma preziosissimo reportage pubblicato su un numero di Aqua del gennaio 1993 ci riporta indietro nel tempo e racconta una delle prime spedizioni a Zabargad.
Sha'ab Farag o Gotha el Kebir è uno dei reef presenti nel comprensorio di Saint John. La sua scoperta risale ai primi anni ’90 quando si iniziava a navigare per la prima volta quest’area del Mar Rosso Egiziano leggi articolo
Il racconto dell’ultima Whale Shark Expedition 2010 effettuata lo scorso anno e raccontata da Emilio Mancuso, biologo marino e capo spedizione anche della prossima Whale Shark Expedition 2011 leggi articolo
Gabriel Hermida e Maria Tello sono le nuove guide presenti a bordo di Sherazade in Sudan. leggi articolo
L'ambiente è quello di un simpatico quartiere popolare del Cairo in cui si svolgono scene suggestive presentate con uno spirito "tutto egiziano". leggi articolo
L’isola di Zabargad è un affascinante amalgama di contrasti e mistero. Le sue rocce uniche nascondono il segreto di gemme che erano già preziose 3.500 anni fa. Il suo paesaggio è duro, arido, senza vegetazione ma i suoi fondali sono un formidabile trionfo di vita e colori. leggi articolo